
Il bullismo e il cyberbullismo sono sempre più diffusi tra i banchi di scuola. Episodi che spesso si diffondono da uno smartphone all’altro di adolescenti e ragazzini. Nell’indifferenza, in alcuni casi, anche di genitori e insegnanti che sottovalutano la drammaticità del problema, cercando di minimizzare. Eppure il fenomeno ha spesso delle conseguenze gravissime a livello psichico e fisico nella vittima. La cronaca, in questi ultimi anni, ha registrato gesti estremi di soggetti presi di mira da coetanei Proprio per questo motivo è importante conoscere e riconoscere i segnali, per contrastare e cercare di prevenire.
Dopo un iter legislativo durato due anni, si è arrivati nel 2017 all’approvazione, all’unanimità, della Legge legge 71, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Tra le novità, un minore di almeno 14 anni d’ora in poi potrà chiedere, senza l’intervento di un adulto, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete al gestore del sito web o ai social network. E se non sarà cancellato entro 48 ore, potrà ricorrere al garante della privacy.
Ma degli aspetti di questa legge che è innovativa nel suo genere, ne parliamo a “LETTERA36” con l’avvocato Paolo Russo del foro di Firenze e presidente nazionale dell’associazione giuridica Contrajus.
Ph: L’avvocato Russo tra gli ospiti al panel sul cyberbullismo tenuto sabato 1 giugno a Trieste e organizzato dall’Associazione nazionale Parole Ostili.