GIOVEDÌ 11 LUGLIO ORE 13:00 (CON REPLICA ALLE 18:00) A «LETTERA 36» PARLEREMO DI GIULIO REGENI

A che punto sono le indagini conoscitive sulla morte per tortura del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni in Egitto? È una domanda che molti si fanno dopo alcuni patetici tentativi delle diplomazie di giungere ad una verità, che sin’ora è passata attraverso ogni tipo di depistaggio ad opere dei servizi segreti egiziani e dello stesso governo in carica, quello di Al Sisi.

            Sono trascorsi tre anni  dall’omicidio di Giulio Regeni  commesso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. Il corpo nudo e atrocemente mutilato del giovane fu trovato il 3 febbraio 2016 in un fosso lungo la strada per Alessandria, alla periferia del Cairo.

                Il teatrino delle menzogne inizia subito dopo il ritrovamento del corpo. Il generale Khaled Shalabi (direttore  generale delle indagini di Giza) dichiarò che Regeni era stato vittima di un semplice incidente stradale, poi si passò alla classica panzana inventata a casaccio dalla polizia che sostenne che l’omicidio poteva essere avvenuto a causa una presunta relazione omosessuale oppure allo spaccio di stupefacenti (il giovane non aveva mai utilizzato alcuna droga, come confermato dall’autopsia).

            Le autorità egiziane hanno promesso una “piena collaborazione” alle indagini, ma tale disponibilità è presto stata smentita dalla distruzione di prove di ogni tipo sino al paradossale arresto nel 2017di Ibrahim Metwaly, il legale egiziano che seguiva il caso per conto della famiglia Regeni, con l’accusa di voler sovvertire il governo Al Sisi.

            Il colmo dell’ipocrisia di Stato è dato dal fatto che i rapporti commerciali tra l’Italia e l’Egitto, dopo il 3 febbraio 2016, non sono affatto rallentati anzi si sono infittiti, nonostante abbiano massacrato un nostro connazionale.

            Qualche giorno fa si è tenuto un incontro a Trieste, organizzato da Amnesty International FVG e dal Liceo Petrarca di Trieste (ricordiamo per chi non lo sapesse che proprio in questo liceo Regeni si era diplomato) a cui hanno partecipato numerosi cittadini per rilanciare la campagna “Verità per Giulio Regeni”.

            Eravamo sul posto e abbiamo raccolto alcuni tratti salienti dell’incontro triestino che si potranno ascoltare durante la trasmissione di Giovedì 11 luglio a “LETTERA 36.Percorsi critici sull’informazione” sui 819 e 1584 Khz  (oltre che in digitale su www.radiodiffusioneeuropea.net) in onde medie.