
Il 20 marzo 1994, ore 15:00 locali (ore 13:00 italiane) – Una macchina con a bordo un commando composto da uomini somali blocca il fuoristrada nel quale stanno viaggiando l’inviata del Tg3 Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin; alcuni uomini scendono dall’auto e sparano, uccidendo entrambi i giornalisti italiani. A 25 anni dal duplice assassinio gli avvocati che si oppongono alla terza richiesta di archiviazione chiedono di approfondire l’inchiesta. Ora che alcuni archivi si sono finalmente aperti finalmente aperti e tracce che conducono ai reali testimoni oculari del duplice omicidio. Perché nessuno volle cercarli per davvero? Un castello di carte messo in piedi per costruire un capro espiatorio e incolpare un uomo innocente finito in carcere per 17 anni. Chi ha voluto mettere a tacere la vicenda e cosa sapevo davvero Ilaria? Una commissione d’inchiesta tagliata su misura e consulenti perché non controllabili. La Somalia che in quei giorni sembra un avamposto di Gladio, e molti nomi di chi fa affari in Somalia tra rifiuti e armi, che diventeranno noti alle cronache politiche del ’94. Non solo un duplice omicidio in un paese in guerra come affermato da Carlo Taormina. Quella di Ilari Alpi e Miran Hrovatin fu un’ esecuzione in piena regola.
Ne parleremo oggi alle 18:05 (con replica giovedì alle 13:05), all’interno del programma LETTERA 36, con diversi ospiti in studio e con il giornalista Luigi Grimaldi in collegamento dalla Libreria del Viaggiatore di Roma, dove alle 18:30, assieme a Luciano Scalettari presenteranno il volume “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” per i tipi delle edizioni Round Robin. La nuova edizione, a giorni in libreria, si avvale di numerosi contributi tra cui Marco Birolini, Francesco Cavalli, Massimiliano Giannantoni, Mariangela Gritta Grainer, Alessandro Rocca, Roberto Scardova e Maurizio Torrealta.